Scoperto nel 1909 durante gli scavi per la costruzione di un garage, il monumento, situato all’incrocio tra viale Manzoni e via Luzzatti, era un grande mausoleo in laterizio, articolato al suo interno su due piani. È uno dei più importanti mausolei di diritto privato.
Il complesso funerario degli Aureli è uno dei più significativi esempi di struttura funeraria di diritto privato, databile alla metà del III secolo d.C. Prende il nome dalla dedica composta su un mosaico pavimentale da Aurelius Felicissimus per coloro che sono definiti suoi fratelli e colliberti.
L’eccezionalità del monumento è data dai preziosi cicli pittorici che ne occupano le pareti con scene desunte dalla tradizione omerica e che nella commistione tra elementi pagani e iconografie cristiane, offrono la testimonianza di quel sincretismo religioso che caratterizzava la società romana al tempo dei Severi. Recenti campagne di restauro hanno consentito di suggerire anche nuove interpretazioni delle scene rappresentate.
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La visita all’Ipogeo degli Aureli consente di avere un quadro articolato e complesso della società romana del III secolo, nella quale religioni, credenze, sette, convivevano anche nello stesso nucleo familiare o di clan. Allo stesso modo in queste pitture il committente poteva celebrare lo status economico-sociale raggiunto autorappresentandosi ora come oratore o filosofo, ora come persona influente sullo sfondo delle sue proprietà.