Cosa si nasconde dietro il portone di via Silvio D’Amico 42? Venite con noi a scoprire la vita di Tecla: è mai esistita? È lei l’amica di Paolo che lo ha seguito dall’Oriente? La vostra curiosità sarà esaudita nel corso della visita a questa piccola catacomba che custodisce la memoria della martire e preziosi cicli pittorici.
Il primitivo nucleo funerario della catacomba di Tecla risale al III sec. d.C. ed ha uno sviluppo semplice. Inseguito alla deposizione della martire viene realizzata una piccola basilica ipogea nel IV secolo, attraverso lavori di ampliamento e monumentalizzazione del piccolo cimitero ipogeo preesistenze. Caratteristiche di questa catacomba sono gli ampi pozzi funerari, capaci di numerose sepolture e i cubicoli affrescati con vivide tonalità, riportate al loro antico splendore grazie ai recenti restauri compiuti con le più moderne tecnologie laser.
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Visitare la catacomba di Tecla permette di apprezzare alcune delle manifestazioni pittoriche più rilevanti della Roma cristiana antica e di immergersi nei valori e nelle consuetudini dei primi cristiani, nella loro pietà per i defunti, serenamente illuminata dalla certezza della resurrezione.