Roma Missionaria

Padre Giorgio Picu, assistente spirituale dell'Opera Romana Pellegrinaggi, ci guiderà lungo un nuovo itinerario tra Arte e Fede.

Un cammino nel cuore di Roma alla scoperta dei luoghi che custodiscono la memoria della grande missione evangelizzatrice della Chiesa e dei suoi protagonisti, i missionari.

 

Prezzo

€ 10,00

Durata

3 ore e 30 minuti

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Descrizione

Dopo la predicazione e il martirio di ss. Pietro e Paolo, e dopo il lungo periodo delle persecuzioni durate 250 anni con le migliaia di martiri “testimoni della fede” che hanno predicato con la loro stessa vita, a partire dagli inizi del IV secolo, Roma diventa il punto di partenza per l’annuncio missionario del Vangelo nel mondo.

Nel corso dei secoli, molti papi, consapevoli della dimensione missionaria della chiesa, hanno inviato e sostenuto tante missioni in lontane parti del mondo e santi sacerdoti o monaci hanno risposto alla chiamata, donando la loro vita perché la fede in Cristo si diffondesse agli estremi confini della Terra.

Anche se alcuni di essi sono morti in terre lontane e lì sepolti, attraverso la visita di luoghi come la Basilica di S. Lorenzo in Damaso, la Chiesa di S. Girolamo della Carità, la Chiesa del Gesù, la Chiesa di S. Gregorio al Celio e la Basilica di S. Stefano Rotondo scopriremo come Roma conservi la memoria delle loro radici e i luoghi a loro dedicati.

I vantaggi

  • Accesso garantito su prenotazione
  • Dispositivo radio per ascoltare la guida
  • Ricevi i tuoi biglietti via mail o con la nostra App
  • Accoglienza e Assistenza Vatican&Rome
  • Mostra i biglietti sul tuo smartphone
  • Costi di prenotazione e gestione

Cosa include

  • Visita Guidata con guide o assistenti spirituali dell'Opera Romana Pellegrinaggi
  • Ingresso ai siti previsti
  • Dispositivo radio per ascoltare la guida

Cosa non include

  • Accesso ai siti non previsti
  • Tutto quanto non espressamente indicato in "Cosa è incluso"

Informazioni e accoglienza

  • Il nostro accompagnatore vi attenderà davanti l'ingresso della Basilica di S. Lorenzo in Damaso (P.za della Cancelleria, 1)
  • È obbligatorio prenotare la data e l'orario della visita guidata
  • È necessario presentarsi 15 minuti prima dell'orario prenotato per le opportune procedure di check-in
  • Orario di partenza della visita: ore 10:00
  • Giorni disponibili: Sabato (altri giorni su richiesta)

San Girolamo e Papa Damaso - V secolo

Le memorie di Papa Damaso e di San Girolamo, Apostolo della Parola di Dio, a Roma le ritroviamo nella Chiesa di San Lorenzo in Damaso, sorta sulla abitazione del papa, e presso la Chiesa di San Girolamo della Carità, che ha ospitato il Santo durante la sua permanenza a Roma.

 

 

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San Girolamo, dopo una gioventù vissuta in maniera intensa come studioso di teologia in Grecia, Siria e Turchia, nel 382 ritorna a Roma. Qui diventa segretario di Papa Damaso I che, vista la sua grande conoscenza del greco, lo incarica della traduzione in latino dei Vangeli. Dopo la morte di Papa Damaso, egli si trasferisce in Terra Santa dove completa nell’arco di 23 anni la traduzione anche di tutto l’Antico Testamento, terminando la sua opera, passata alla storia come la Vulgata. Morì a Betlemme e ora vi è sepolto, in una cappella accanto alla Grotta della Natività.

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Agostino di Canterbury e San Gregorio Magno - VI secolo

La Chiesa di San Gregorio al Celio, costruita sulla casa paterna di Gregorio, conserva la memoria di Papa Gregorio e di Agostino di Canterbury, l'Evangelizzatoe della Britannia.

 

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San Gregorio Magno è stato uno dei più grandi Papi nella storia della Chiesa, uno dei quattro Dottori dell’Occidente, che meritò dalla tradizione il titolo di Magnus. Egli credeva fortemente che la missione della Chiesa fosse quella di evangelizzare i popoli pagani d’Europa. Gregorio si dedicò quindi alla conversione dei Visigoti di Spagna e riuscì ad avviare la conversione dei Longobardi dall'eresia ariana. Ma uno dei programmi più coraggiosi che egli intraprese fu di portare il Vangelo nella Britannia.

Gregorio inviò in quelle terre lontane, già provincia dell'impero romano, Agostino, priore del convento di Sant'Andrea a Roma con 40 monaci benedettini. E in meno di due anni, diecimila Angli, compreso il re del Kent Ethelbert, si convertirono. Agostino rimarrà in Britannia e sarà consacrato vescovo di Canterbury

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Papa Gregorio II Savelli e S. Bonifacio, l’Evangelizzatore della Germania

Ricordiamo qui a Roma Gregorio II, grande Papa missionario, nel Palazzo della sua famiglia, i Savelli, costruito sulle rovine del Teatro Marcello.

 

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Papa Gregorio II, appartenente alla nobile famiglia romana dei Savelli, oltre al suo operato in campo liturgico e politico, fu anche un grande papa missionario: in questo campo egli promosse un vigoroso sforzo missionario verso vari paesi europei, come l’Inghilterra e l’Irlanda, ma soprattutto nei confronti della Germania. A questo fine nel maggio 719, egli investì il monaco anglosassone Winfrido con l'incarico di evangelizzare i popoli germanici offrendogli ogni aiuto, imponendogli un nome nuovo, Bonifacio.

L’eccellente opera di Bonifacio, divenuto vescovo, portò alla conversione del popolo dei Frisoni, creando la base della Chiesa in Germania con la nomina di vescovi e l’erezione di diocesi, chiese e monasteri. Durante una missione in Sassonia nel 754, purtroppo fu assalito e martirizzato insieme a tutti i suoi 52 compagni. San Bonifacio oggi è sepolto nella cripta del Duomo di Fulda in Germania.

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San Francesco Saverio e Padre Matteo Ricci - XVI secolo

Nella Chiesa del Gesù a Roma ricordiamo i grandi Missionari gesuiti come San Francesco Saverio.

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La Compagnia di Gesù, creata a Parigi nel 1534 a opera di S. Ignazio di Loyola, sin dalle sue origini era nata con una forte impronta missionaria.
E quando nel 1540 il re Giovanni III del Portogallo chiese a Papa Paolo III di inviare missionari a evangelizzare i popoli delle nuove colonie nelle Indie orientali, i gesuiti risposero con entusiasmo inviando i loro migliori sacerdoti, alcuni dei quali si distinsero per la loro testimonianza e dedizione nell’evangelizzazione di quelle terre lontane. 

Francesco Saverio, fu tra i primi a partire nel marzo del 1541. Salpato da Lisbona, dopo un viaggio via mare durato più di un anno, arrivò a Goa avamposto portoghese sulla costa indiana. Da lì si spinse fino a Formosa (l’attuale Taiwan) e alle Filippine, Nel 1545 partì per la penisola di Malacca, in Malesia, Da li passò poi in Giappone, dove arrivò nell'agosto 1549. Nel 1552, durante il viaggio dalla Malacca all'isola di Sancian in Cina, morì. Il suo corpo fu portato a Goa, dove si trova oggi nella chiesa del Bom Jesus. La sua opera missionaria in Estremo Oriente fu proseguita da Alessandro Valignano e da Matteo Ricci. 

Nel 1573 padre Alessandro Valignano viene nominato "Visitatore" delle missioni delle Indie Orientali, praticamente di tutta l'Asia, con poteri vastissimi e diretta emanazione del Superiore Generale dei gesuiti. E sulle sue indicazioni, padre Matteo Ricci nel 1577 si trasferisce a Coimbra, in Portogallo, per prepararsi all'apostolato in Asia; nel marzo 1578, salpa da Lisbona per l'India con 14 confratelli giungendo a Goa nel settembre dello stesso anno. Nel 1582 Matteo Ricci lascia l'India e parte per la Cina. La sua azione missionaria nel territorio cinese negli anni che vanno dal 1582 fino alla sua morte nel 1610, ha segnato la ripresa del cattolicesimo in concomitanza con tanti altri missionari non solo gesuiti ma anche francescani e domenicani, dopo un lungo silenzio che durava dal XIII secolo. 

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La missione dei Gesuiti a S. Stefano Rotondo - XVI secolo

La Basilica di Santo Stefano Rotondo conserva preziosi affreschi dedicati ai martiri concepiti per i missionari gesuiti. 

 

 

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L’ antica Basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio alla fine del ‘500 era stata assegnata da Papa Gregorio XIII al Collegio Germanico e Ungarico, nato per iniziativa dei Gesuiti, per la preparazione di sacerdoti da inviare in vari Paesi europei. I Gesuiti chiesero al Pomarancio, al quale avevano già fatto dipingere affreschi sul tema del martirio nel Collegio degli Inglesi, nelle vicinanze di Piazza Farnese, di realizzare sulle pareti della Basilica di S. Stefano Rotondo un ciclo di 34 scene di martirio attraverso i secoli. Gli affreschi, esaltanti il martirio in nome della fede nello spirito della Controriforma, avevano un ruolo educativo nella preparazione dei sacerdoti che sarebbero stati mandati nel mondo a diffondere il verbo cristiano, preparandoli a vivere situazioni difficili nei territori più remoti spesso caratterizzati da una forte opposizione alla Chiesa di Roma. Le scene rappresentano martiri di diverse epoche e provenienze, con particolare enfasi sulla violenza dei supplizi subiti,

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